Un esponente della bandita Chiesa buddista unificata contesta le affermazioni dei buddisti governativi che reclamano la proprietà dell’intera zona, compresi la cattedrale e l’arcivescovado. Una pretesa provocata per rinnegare la promessa di dare ai cattolici l’uso del complesso.
Hanoi (AsiaNews) – I buddisti della Chiesa buddista unificata del Vietnam (UBCV) – sotterranea, in quanto bandita dal governo in favore della Chiesa buddista del Vietnam (VBD) – hanno espresso il loro appoggio alla richiesta dei cattolici della capitale a proposito della restituzione del complesso della ex delegazione apostolica. Il venerabile Venerable Thích Không Tánh della UBVC, in particolare, in un’intervista alla BBC ha contestato l’affermazione della filogovernativa VBD, di essere la vera proprietaria del complesso che comprende la ex delegazione, l’arcivescovado e la cattedrale di San Giuseppe.
“Approvata” dal governo nel 1982 - dopo che l’anno prima era stata bandita la Chiesa buddista unificata - la Chiesa buddista del Vietnam in una lettera inviata il 16 febbraio al primo ministro ha rivendicato la proprietà del terreno, sostenendo che dal 1054 vi sorgeva la pagoda Báo Thiên e che solo nel 1883 i colonialisti francesi avevano dato il terreno ai cattolici. La mossa appare chiaramente ispirata da quegli ambienti governativi che tentano di rimangiarsi la promessa fatta all’inizio di febbraio ai cattolici per porre fine a 40 giorni di pacifica protesta iniziata nel dicembre scorso, proprio per la restituzione della ex delegazione apostolica.
“La Chiesa cattolica – ha dunque detto Thích Không Tánh, che ha trascorso 15 anni in prigione ed è esponente di una Chiesa che afferma di avere il sostegno dell’80% dei buddisti vietnamiti – è il legittimo proprietario del complesso da prima che nascesse la VBD ed anche prima della nascita di Thích Trung Hậu”, il leader dei buddisti governativi.
C’è da aggiungere che nel 2001, una pubblicazione statale aveva ricostruito che la pagoda di Báo Thiên era stata distrutta nel 1426 e che sorgeva cinque chilometri a nord della delegazione apostolica.
Ad Hanoi, padre Joseph Nguyễn rileva che “alcuni funzionari governativi hanno criticato coloro che hanno provocato la lettera di Thích Trung Hậu, sostenendo che in tal modo si spingono i cattolici a cooperare con la Chiesa buddista unificata”.
Hanoi (AsiaNews) – I buddisti della Chiesa buddista unificata del Vietnam (UBCV) – sotterranea, in quanto bandita dal governo in favore della Chiesa buddista del Vietnam (VBD) – hanno espresso il loro appoggio alla richiesta dei cattolici della capitale a proposito della restituzione del complesso della ex delegazione apostolica. Il venerabile Venerable Thích Không Tánh della UBVC, in particolare, in un’intervista alla BBC ha contestato l’affermazione della filogovernativa VBD, di essere la vera proprietaria del complesso che comprende la ex delegazione, l’arcivescovado e la cattedrale di San Giuseppe.
“Approvata” dal governo nel 1982 - dopo che l’anno prima era stata bandita la Chiesa buddista unificata - la Chiesa buddista del Vietnam in una lettera inviata il 16 febbraio al primo ministro ha rivendicato la proprietà del terreno, sostenendo che dal 1054 vi sorgeva la pagoda Báo Thiên e che solo nel 1883 i colonialisti francesi avevano dato il terreno ai cattolici. La mossa appare chiaramente ispirata da quegli ambienti governativi che tentano di rimangiarsi la promessa fatta all’inizio di febbraio ai cattolici per porre fine a 40 giorni di pacifica protesta iniziata nel dicembre scorso, proprio per la restituzione della ex delegazione apostolica.
“La Chiesa cattolica – ha dunque detto Thích Không Tánh, che ha trascorso 15 anni in prigione ed è esponente di una Chiesa che afferma di avere il sostegno dell’80% dei buddisti vietnamiti – è il legittimo proprietario del complesso da prima che nascesse la VBD ed anche prima della nascita di Thích Trung Hậu”, il leader dei buddisti governativi.
C’è da aggiungere che nel 2001, una pubblicazione statale aveva ricostruito che la pagoda di Báo Thiên era stata distrutta nel 1426 e che sorgeva cinque chilometri a nord della delegazione apostolica.
Ad Hanoi, padre Joseph Nguyễn rileva che “alcuni funzionari governativi hanno criticato coloro che hanno provocato la lettera di Thích Trung Hậu, sostenendo che in tal modo si spingono i cattolici a cooperare con la Chiesa buddista unificata”.